iNEST

INTERCONNECTED NORD-EST INNOVATION ECOSYSTEM

UN APPROCCIO INTEGRATO ALLE TECNOLOGIE MARINE, MARITTIME E DELLE ACQUE INTERNE


A cura della PROF. MARIA CRISTINA PEDICCHIO

CTN BIG – NEWSLETTER 2/2022

Il tema marino e marittimo è uno degli aspetti caratterizzanti un ambizioso progetto proposto recentemente dal
Triveneto nell’ambito del bando PNRR per gli ecosistemi dell’innovazione ed emesso dal MUR (Missione 4 Istruzione
e ricerca – Componente 2 Dalla ricerca all’impresa). L’idea del progetto, denominato “iNEST interconnected NordEst innovation ecoSyStem”, è stata promossa dalle Università del territorio. Il ragionamento iniziale si è basato sul
fatto che il Nord-Est è caratterizzato da una ampia varietà di vocazioni, da quella industriale, all’economia basata sul
turismo e sui beni culturali, ai temi ambientali relativi a mare e montagna, alla salute…e non presenta uno specifico
settore economico dominante. Tale caratteristica ha fatto propendere per una proposta di ecosistema che sia in grado
di coltivare assieme le diverse vocazioni, considerandole in modo integrato al fine di superare i limiti di una struttura
policentrica che, sebbene sia stata fondamentale per la crescita del Nord-Est, sta vivendo oggi un elevato livello di
frammentazione. Tale frammentazione può rappresentare un limite per l’ulteriore sviluppo del territorio in un’epoca
complessa, caratterizzata dalla globalizzazione dell’economia e dalla rapida penetrazione delle nuove tecnologie.


Si è deciso quindi di puntare sulla creazione di reti e sulla forte interazione tra i vari attori territoriali in un approccio
basato sul partenariato, che coinvolga simultaneamente il mondo pubblico e quello privato e che promuova una
forte spinta verso la digitalizzazione quale elemento caratterizzante del progetto.

La tipologia di struttura prevista, così come per gli altri bandi del PNRR, si basa su un sistema di Hub e Spokes; ogni
Spoke è promosso e guidato da una delle 9 università dislocate nel Nord-Est. Ad ogni Spoke sono affiliati altri soggetti
(enti di ricerca pubblici o privati e soggetti operanti a vario titolo nel settore del trasferimento tecnologico) al fine di
garantire uno stretto legame con il territorio quale destinatario finale dei risultati delle attività di ricerca e innovazione.


Il progetto è coordinato dall’Università di Padova. Le attività di ricerca e innovazione sono centrate su 9 tematiche,
ognuna associata ad uno dei 9 Spokes: ambiente montano, idrosfera, salute, design sostenibile, ambienti
intelligenti, turismo, manifatturiero avanzato, agrifood e tecnologie per il digital twin.


In questo contesto, l’Università di Trieste ha proposto ed avviato lo Spoke sull’idrosfera con il seguente tema
specifico “Tecnologie marine, marittime e delle acque interne: verso il digital twin dell’Alto Adriatico”. Tale Spoke
riunisce attorno all’Ateneo i principali attori del territorio: l’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica
Sperimentale – OGS, la Sissa, l’Autorità di Sistema Portuale del mare Adriatico Orientale, il Cluster Marefvg, il Polo
Tecnologico Alto Adriatico e diverse imprese, tra cui ricordiamo in particolare Fincantieri. Partecipano inoltre le
Università di Padova, Ca’Foscari di Venezia, IUAV di Venezia e Trento.
L’iniziativa triestina parte dal presupposto che mari, acque costiere e acque interne formano un sistema unico,
fondamentale per la salute del nostro territorio e dei suoi abitanti, sistema che oggi è a rischio per molteplici
minacce antropiche e non solo. È urgente quindi considerare, studiare e tutelare l’idrosfera grazie ad un approccio
globale ed olistico che garantisca sostenibilità ecologica, sociale ed economica, così come indicato dai più recenti
indirizzi Europei. In particolare, la proposta si ispira alla Missione lanciata dalla Commissione Europea “Mission
Starfish 2030: restore our ocean and waters”
ed ai corrispondenti documenti quali il Report sulla Missione (2020),
la Comunicazione della Commissione sulle Missioni (Com 2021 – 6099) ed il Piano di Implementazione “Restore our
ocean and waters by 2030” (2021).

Si tratta di una tematica complessa che tocca molteplici settori quali le tecnologie marittime, i trasporti in generale,
la digitalizzazione dei porti, delle città, lo sviluppo di modelli digitali per lo studio e la protezione del’ambiente
marino o fluviale, la tutela della biodiversità ma anche l’inquinamento, i cambiamenti climatici, la decarbonizzazione
in generale e la qualità della vita. L’obiettivo è di realizzare un “progetto pilota”, localizzato geograficamente nella
zona dell’Alto Adriatico, che implementi i principi della missione puntando sulle ampie conoscenze già presenti in
Enti di Ricerca – quali l’OGS ed il CNR – e in diversi Atenei, unite alle competenze di imprese e cluster territoriali.
Significativo è stato lo sforzo per riuscire a costruire una proposta integrata, basata su una visione condivisa, multi
settoriale e multi attore che possa, dopo i 3 anni di attuazione del progetto lasciare importanti e concrete ricadute.
Lo Spoke è stato quindi strutturato secondo 5 Research and Innovation Topics (RT):


1) Biologia degli ecosistemi dell’idrosfera;
2) Rischi fisico-chimici e impatti sull’idrosfera;
3) Mobilità sostenibile per vie navigabili;
4) Pianificazione marittima e territoriale integrata Terra-Mare;
5) Digital Twin dell’Alto Adriatico.

Ogni RT è suddiviso in specifici obiettivi e target con corrispondenti gruppi di ricerca integrati tra loro e coinvolgenti
i diversi soggetti territoriali.
Il tema della alta formazione per nuove e innovative “competenze blu” è parte integrante dell’iniziativa quale
“enabler” orizzontale di tutti i RT.

Nel progetto emerge costantemente la visione europea di “far rivivere i nostri oceani e le nostre acque entro il
2030”
e di perseguire gli obiettivi e target necessari per conferire agli oceani un ruolo centrale nel conseguimento
dei principi del Green Deal europeo. Ricordiamo a tale proposito che la presidente von der Leyen, nel corso del
recente “One Ocean Summit” di Brest, ha sottolineato più volte “l’urgenza di avviare grandi progetti innovativi” (…)
con lo scopo di “sviluppare e sperimentare soluzioni per la protezione del 30 % dello spazio marittimo dell’Ue, il
ripristino degli ecosistemi marini e fluviali, la riduzione del 50% dei rifiuti di plastica in mare, delle perdite di nutrienti
e dell’uso di pesticidi chimici, e per rendere l’economia blu climaticamente neutra e circolare (…). In particolare, andrà
realizzata una piattaforma digitale European Digital Twin Ocean che permetterà alla Ue di fare da guida nell’uso delle
tecnologie informatiche per la protezione degli oceani”.


In questa ultima direzione si inserisce l’obiettivo finale del progetto iNEST, relativo allo Spoke di Trieste, cioè quello
di riuscire in 3 anni a realizzare, integrando dati e ricerche dei diversi RT, il “gemello digitale dell’Alto Adriatico”.
Tale strumento virtuale, capace di comportarsi come la sua controparte reale avrà un duplice fine: permettere una
dettagliata attività di monitoraggio in tempo reale della situazione marina e marittima del golfo di Trieste e produrre
simulazioni predittive a beneficio delle Istituzioni e dei cittadini. Fondamentale per la realizzazione sarà il ruolo
dell’Autorità di Sistema Portuale del mare Adriatico Orientale.

Fortemente collegato a questo obiettivo è lo Spoke promosso dalla Sissa in collaborazione con OGS, UniTS, UniPD
e centrato su “Modelli, metodi e tecniche di calcolo per il Digital Twin” in cui, il principio metodologico dei gemelli
digitali, non solo per il mare, viene affrontato quale una delle espressioni più alte della rivoluzione digitale.

La descrizione di tale Spoke esplicita che: «il “gemello digitale” mira a realizzare la massima somiglianza con l’entità
fisica, imitandone il funzionamento attraverso l’intero ciclo di vita, dalla fase di progettazione alla vita operativa,
realizza uno scambio di informazioni continuo tra il mondo reale e quello digitale, e tramite l’implementazione di
sofisticati processi di ottimizzazione, consente il miglioramento della qualità finale di sistemi e prodotti. Tramite
tecniche di astrazione è possibile analizzare in maniera sistematica il funzionamento di un porto, di un cuore umano,
o di sistemi intelligenti complessi, impattando pertanto in tutte le aree tematiche che caratterizzano iNEST.»

iNEST ha richiesto un finanziamento complessivo per i 9 Spokes sui 3 anni di 120 milioni totali di cui il 40% sarà
dedicato ai cosiddetti “bandi a cascata”, mirati in particolare al supporto alle imprese, alla formazione e ai dottorati
industriali. Importante sarà in questa fase, e non solo, il coinvolgimento del Settore Industriale Regionale e dei
Clusters, anche per raggiungere in maniera efficace le PMI.


Oltre alle attività di ricerca industriale ed applicata, tra gli obiettivi orizzontali generali di iNEST figurano quindi
la creazione di una rete di laboratori congiunti tra università, enti di ricerca e aziende, lo sviluppo di specifici
programmi di formazione, a partire dagli ITS fino a progetti di formazione permanente e per i dottorati industriali, la
costruzione di un programma per supportare la nascita e sviluppo di start-up e spin off dalla ricerca e la realizzazione
di iniziative per il coinvolgimento della società tutta nei processi di innovazione. Sempre seguendo le richieste della
Commissione Europea di fare partecipare i cittadini per co-implementare e co-valutare le diverse iniziative messe
in atto, si intendono realizzare “iniziative tailored made” in base ai target specifici di riferimento (es. ragazzi, scuole
di ogni ordine e grado, università, anziani, cittadini in generale, specifiche categorie professionali, imprenditori,
giovani innovatori, decisori politici). Si intendono anche adottare modalità di comunicazione innovative utilizzando
la citizen science oppure la combinazione di arte e scienza al fine di creare “emozioni” e, di conseguenza, promuovere
impegno e responsabilità personale. In tal senso, un esempio regionale di successo nell’ambito dell’inquinamento
marino a cui ispirarsi, è rappresentato dalla recente mostra artistica “Un viaggio nel Plasticocene: dall’inferno al
paradiso”
esposta in diversi contesti nazionali.

Rimaniamo ora in attesa della valutazione ministeriale del progetto, con la speranza di avere avviato una nuova e
proficua fase di collaborazione multidisciplinare nel Triveneto, grazie soprattutto alla entusiastica partecipazione di
centinaia di ricercatori e ricercatrici di realtà pubbliche e private (40% della partecipazione è donna). Va comunque
sottolineato che iNEST, pur partendo dal Nord-Est, intende operare in una forte ottica di collaborazione e sviluppo di
relazioni sia nazionali sia internazionali; il tutto sempre nel pieno rispetto dei criteri previsti dal PNRR di valorizzare la
qualità scientifica e tecnica, di stimolare le capacità innovative delle imprese, in particolare delle PMI, e di attuare un
effettivo coinvolgimento dei cittadini.

I nostri soci

Il Cluster BIG riunisce una rete di eccellenza composta da università, enti di ricerca, aziende e enti pubblici che operano nel settore della blue economy.

La collaborazione e la condivisione di competenze tra i nostri associati rappresentano il motore trainante dell’innovazione e della crescita sostenibile del settore.

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