Per la rubrica “I NOSTRI SOCI” intervistiamo Monia Renzi, Membro del Consiglio Direttivo di Cluster Big e operante nell’area tematica BIOTECNOLOGIA BLU.
1. Di cosa si occupa la sua organizzazione, relativamente all’Economia del mare?

Bioscience Research Center è una struttura fondata nel 2013; la sua missione principale è offrire servizi di consulenza ed analisi accreditate per tutti gli stakeholders che lavorano nell’ambito della blue economy e che vogliono associare alla crescita economica, la sostenibilità ambientale. In ambito marino-costiero, in particolare, ci occupiamo di progettare, verificare, validare e realizzare campagne di caratterizzazione ambientale e monitoraggi finalizzati alla realizzazione di opere ingegneristiche, dragaggi, interventi di difesa costiera. Offriamo supporto, consulenza e analisi sia agli operatori che devono realizzare l’intervento che alle pubbliche amministrazioni che devono definire le specifiche di appalto. La nostra competenza copre sia i settori marini costieri e off-shore che i siti di bonifica di interesse nazionale, le aree lagunari, oltre che le opere soggette a VIA/VAS.
2. Quali sono le principali sfide e opportunità che intravede per l’economia del mare italiana e in particolare per il suo settore?
La principale sfida per il futuro sarà coniugare l’esigenza di sviluppo economico, crescita e implementazione tecnologica in un contesto climatico estremamente dinamico e instabile come quello che ci attende in relazione ai cambiamenti globali in atto. In questo contesto, prevedere gli impatti delle opere e le strategie per un efficiente monitoraggio e per minimizzare l’impatto, richiede competenze di altissimo livello, interdisciplinari e aggiornate, ma anche grandi investimenti economici a supporto della realizzazione degli interventi. La vera sfida del futuro sarà coniugare tutto questo con l’esigenza di tutela dell’ambiente e conservazione dei servizi ecosistemici che esso offre.
3. In questo contesto quale può essere il principale contributo di BIG?
A mio avviso, BIG può essere un potente veicolo di progresso tecnologico e innovazione; la sua struttura aperta e inclusiva offre la possibilità di raccogliere e convogliare verso il mondo politico le esigenze, le indicazioni, le aspettative di una vasta gamma di stakeholders che operano nel settore della blue economy, quali micro e piccole imprese, medie e grandi imprese, enti pubblici, università, centri di ricerca e associazioni di categoria. La struttura del cluster favorisce, mediante un approccio bottom-up, il trasferimento della voce di tanti singoli attori verso l’organo ministeriale in modo organizzato e integrato. Il cluster, inoltre, secondo la mia opinione ha anche un ruolo molto importante di tipo up-down. Grazie alla rete di contatti interni ed esterni che potenzialmente è in grado di stabilire, può essere un veicolo per i piccoli portatori di interesse per accedere più facilmente a fonti di finanziamento non facilmente raggiungibili per micro e piccole imprese quali, ad esempio, i bandi europei.
4. Quale contributo ritiene che la sua organizzazione possa offrire all’interno di BIG? E, al contempo, come si aspetta che BIG valorizzi il suo contributo per affrontare le sfide e cogliere le opportunità?
BsRC ha sviluppato una grande esperienza in materia di problematiche ambientali legate ai dragaggi, movimentazione di sedimenti e ripascimenti costieri e può essere un valido interlocutore per rappresentare le difficoltà che le imprese e i portatori di interesse fronteggiano in questi ambiti specifici della blue economy e quali possono essere le sfide del prossimo decennio in questo settore specifico. Sicuramente il cluster BIG può rappresentare un ambito in cui valorizzare le nostre competenze favorendo il network con altre imprese e portatori di interesse e permettendoci la partecipazione a progettualità di profilo internazionale.
Breve Bio

Laureata in Scienze Biologiche ad indirizzo ambientale presso l’Università degli Studi di Siena, con tesi in ecologia sulla laguna di Orbetello (18 luglio 2001, 110/110 cum laude), si perfeziona con un master in Biomonitoraggio e gestione della fascia costiera, un corso in Cleaner technologies, eco-efficiency and waste minimization. Towards zero emissions a Siena e frequenta la scuola internazionale in Ecologia delle lagune Mediterranee (Cagliari) e la scuola internazionale in valutazione dei cambiamenti biologici e ambientali: design ed analisi di piani di monitoraggio ed esperimenti (Bologna). Consegue nel 2008 il Dottorato di ricerca in Scienze e tecnologie applicate all’ambiente, indirizzo di ricerca in Tecnologie per la valutazione degli impatti ecotossicologici, presso Università degli studi di Siena.
Dal 2013 è socio fondatore e referente scientifico del centro ricerche BsRC; dal 2020 è anche professore associato di ecologia presso l’Università di Trieste. È membro del Consiglio Direttivo del cluster tecnologico nazionale BIG – Blue Italian Growth, dal 2018, nel 2019 è nominata “Accademico Corrispondente” per l’Accademia dei Fisiocritici, e vicepresidente dell’associazione scientifica LaguNet; nel 2024 riceve la nomina ministeriale come membro del Consiglio Direttivo del “Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Scienze del Mare” (CoNISMa).
Nel suo ambito di ricerca si occupa di ecologia degli ecosistemi marini e costieri, contaminazione ambientale, marine litter e contaminanti emergenti, valutazione integrata degli impatti ambientali, ecotossicologia e relazioni con la stress ecology in un contesto di global change. Ad oggi ha prodotto oltre 200 pubblicazioni a congressi internazionali con revisione, oltre 170 pubblicazioni su riviste scientifiche internazionali indicizzate con peer-review, 15 capitoli di volumi e volumi tecnici e scientifici.