Intervista ad Adolfo Palombo, Università di Napoli Federico II

Per la rubrica “I NOSTRI SOCI” intervistiamo Adolfo Palombo, Professore di fisica tecnica industriale presso il Dipartimento di Ingegneria industriale dell’Università “Federico II” di Napoli e Membro del Consiglio Direttivo di Cluster Big e operante nell’area tematica CANTIERISTICA E ROBOTICA MARINA.

1. Di cosa si occupa la sua organizzazione, relativamente all’economia del mare?

Il Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Napoli Federico II incardina al suo interno differenti corsi di Laurea e Laurea Magistrale nonché un corso di Dottorato di Ricerca. I professori e ricercatori coinvolti appartengono a variegati settori scientifico disciplinari. Alcuni gruppi di ricerca lavorano su tematiche strettamente connesse all’economia del mare. Ad esempio, il nostro team si occupa da tempo di sostenibilità energetica, economica ed ambientale del binomio nave-porto. In merito alle navi, sia esistenti che nuove, ci occupiamo dell’applicazione di nuove strategie e tecnologie per il risparmio energetico e la riduzione delle emissioni inquinanti (extra-energia elettrica e produzione frigorifera dai recuperi termici, carburanti alternativi, celle a combustibile, etc.). Lo stesso per i porti che, oltre ad essere scalo di merci e passeggeri, in futuro dovranno diventare moderni ed efficienti hub energetici anche da fonti rinnovabili, in un’ottica di comunità energetica con le aree limitrofe. Da questi punti di vista sviluppiamo modelli di simulazione dinamica e di ottimizzazione delle prestazioni energetiche, economiche e d’impatto ambientale dei sistemi, nonché per l’implementazione del digital twin. Su questi temi effettuiamo anche indagini sperimentali. Nell’ambito della sostenibilità delle navi siamo attualmente titolari di due progetti di ricerca rispettivamente finanziati da Horizon Europe e MUR. Il primo, denominato HEMOS (https://hemosproject.eu/), riguarda l’efficientamento energetico delle grandi navi da crociera esistenti attraverso l’ottimizzazione dei recuperi termici dei motori di bordo. Il secondo, dal nome ATOL (https://www.linkedin.com/company/atol-project/), riguarda lo studio di innovativi sistemi per l’accumulo termico da installare sulle navi da crociera con il principale fine di limitare/evitare l’uso di sistemi a combustione nei porti e nelle rade. Abbiano inoltre collaborazioni e progetti di ricerca con diversi enti e aziende del settore marittimo. In particolare, con Fincantieri, una realtà italiana all’avanguardia anche in tema di innovazione e sostenibilità del prodotto industriale.

Si sottolinea, infine, che anche altri gruppi di ricerca dell’Ateneo Federico II sono proficuamente impegnati in ricerche su argomenti riguardanti l’economia del mare.

2. Quali sono le principali sfide e opportunità che intravede per l’economia del mare italiana e in particolare per il suo settore? 

Le principali sfide e criticità sono rappresentate dalla sostenibilità economico-ambientale e dal cambiamento climatico che impattano negativamente sul settore navale, della pesca e su alcune attività turistiche ed industriali. Dal punto di vista dei porti va detto che necessiterebbero di una riqualificazione di largo spettro anche per soddisfare le esigenze del crescente traffico marittimo. Qui spesso l’ostacolo è di carattere burocratico. 

D’altro canto, alcune delle suddette criticità possono essere viste come opportunità. La flotta navale esistente e i porti italiani dovranno essere necessariamente ammodernati con un evidente prospettico vantaggio anche in termini occupazionali. Le navi nuove dovranno essere energeticamente efficienti, sostenibili, autonome e digitalizzate, con un auspicabile risvolto positivo per la nostra industria cantieristica navale. Il disinquinamento di alcune aree avrà un buon riflesso economico anche in termini di nuove opportunità per l’intera filiera del turismo del mare. La transizione energetica in Italia richiederà l’installazione di impianti di produzione da fonti energetiche rinnovabili offshore ma anche in aree costiere italiane che oggi necessitano di riqualificazione per danni causati da avversi fenomeni naturali o da impatto antropico. Le imprese, insieme all’università ed i centri di ricerca italiani, sono pronti a raccogliere la sfida, visto lo sviluppo e l’applicazione negli ultimi anni di innovative tecniche e tecnologie per soddisfare le suddette necessità d’intervento. In tal senso le politiche e gli attuali incentivi nazionali ed europei per il mare possono essere di grande aiuto. Infine, l’occasione sarà anche quella per tessere, sulle succitate tematiche, nuove collaborazioni a livello internazionale e rafforzare il ruolo dell’Italia nell’area del Mediterraneo.

3. In questo contesto quale può essere il principale contributo di BIG?

BIG è un’istituzione nata anche per promuovere la cooperazione tra la ricerca pubblica e privata nel campo dell’innovazione e dello sviluppo tecnologico su tutti i temi legati al mare. Ha il compito di proporre politiche nazionali in settori strategici nonché di promuovere la specializzazione intelligente dei territori. Inoltre, ha l’obiettivo di coordinare le attività tra la ricerca pubblica e privata, nonché tra il governo e le politiche territoriali. Inoltre, BIG mira ad incoraggiare le aggregazioni di competenze a livello nazionale, allineate con le priorità europee riguardanti l’economia del mare, per sviluppare obiettivi di ricerca comuni e piani di sviluppo tecnologico condivisi da proporre all’industria, all’università, ai centri di ricerca e alle amministrazioni pubbliche.

4. Quale contributo ritiene che la sua organizzazione possa offrire all’interno di BIG? E, al contempo, come si aspetta che BIG valorizzi il suo contributo per affrontare le sfide e cogliere le opportunità?

L’università e i centri di ricerca nazionali hanno un ruolo chiave all’interno di BIG vista la grande potenzialità che esprimono anche in termini di innovazione e prodotto sostenibile in ambito blue economy. Per BIG, invece, un ruolo primario è ad esempio quello di promuovere efficacemente il trasferimento tecnologico tra il mondo della ricerca e quello dell’industria e dell’economia del mare. Purtroppo, spesso le università italiane e i centri di ricerca nazionali trovano solo all’estero il successo e l’applicazione dei risultati scientifici ottenuti, senza la possibilità che possano essere opportunamente valorizzati in Italia. BIG, con i suoi quasi 100 soci, può rivoluzionare in chiave migliorativa tale scenario potendo connettere più facilmente il settore della ricerca con quello industriale e delle imprese operanti in campo marittimo. I potenziali benefici sono notevoli: dalla promozione di consorzi per l’applicazione a bandi europei per la ricerca e lo sviluppo industriale al vantaggio competitivo nazionale in termini di prodotto industriale. Da questo punto di vista, fra gli esempi virtuosi da ricordare figura Fincantieri, anche per il suo impegno in tema di trasferimento tecnologico. Un altro ruolo fondamentale per BIG è quello dell’internazionalizzazione delle competenze scientifiche e industriali, a partire dai paesi dell’area del Mediterraneo. Per aziende, università e centri di ricerca italiani tale attività di BIG può diventare un’enorme fonte di opportunità e sviluppo.

Breve Bio

Laurea in Ingegneria Meccanica, dottore di ricerca in Ingegneria dei Sistemi Termomeccanici, professore ordinario di Fisica Tecnica Industriale presso il Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Napoli Federico II. Docente per allievi ingegneri di: Fisica Tecnica; Energy Sustainability of Smart Transportation and Infrastructures; Impianti di Climatizzazione. Responsabile di progetti di ricerca finanziati da enti pubblici e privati riguardanti l’efficienza energetica in ambito industriale e civile, autore di molteplici pubblicazioni riguardanti l’efficienza energetica e l’applicazione delle fonti energetiche rinnovabili. Autore di brevetti. Membro del consiglio direttivo del cluster tecnologico nazionale Blue Italian Growth (CTN-BIG) e dell’associazione IBPSA-Italy. Socio AICARR e ANIT. Membro del comitato Transizione Energetica e Decarbonizzazione di Federazione del Mare, dell’Albo degli Esperti (su temi energetici) del CSEA. È stato membro: del Management Committee dell’Action TU1205 (Building Integration of Solar Thermal Systems, BISTS) dello European COST finanziato da Horizon 2020; dei Gruppi di Verifica del GSE; del Nucleo degli Esperti dell’Osservatorio Permanente sulla regolazione energetica, idrica e del teleriscaldamento di ARERA. È membro permanente dell’Editorial Board delle riviste internazionali con IF: Renewable Energy (Elsevier); Energies (MDPI); Sustainability (MDPI) Journal of Sustainable Development of Energy, Water and Environment Systems (JSDEWES). É coordinatore del comitato scientifico Industria, Mobilità e Trasporti del quotidiano nazionale Rinnovabili.it.

I nostri soci

Il Cluster BIG riunisce una rete di eccellenza composta da università, enti di ricerca, aziende e enti pubblici che operano nel settore della blue economy.

La collaborazione e la condivisione di competenze tra i nostri associati rappresentano il motore trainante dell’innovazione e della crescita sostenibile del settore.

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